Guida alle tecniche di Meditazione

Esistono molte forme di introspezione e di allenamento mentale che vanno sotto il nome di “meditazione” e io ne ho studiate diverse nel corso degli anni. Come ho scritto nell’articolo su come migliorare la meditazione penso che sperimentare e provare diverse tecniche faccia parte del percorso di ogni praticante soprattutto all’inizio. Questo non significa saltare di palo in frasca ma darsi la possibilità di capire quale strumento fa al caso nostro e cosa ci è più utile per raggiungere stati di meditazione profonda. Nel corso del tempo le esigenze possono cambiare e nulla vieta di combinare anche più tecniche contemporaneamente.

Quindi che tu sia alle prime arme o un praticante già avanzato, in questo articolo troverai una guida per orientarti tra le diverse tecniche di meditazione che io ho personalmente sperimentato. Non parlerò di niente che non conosco, per questo motivo in questa guida mancano delle tecniche che ancora non ho provato sulla mia pelle.

Iniziamo!

Tecniche attive Vs tecniche passive

La prima doverosa distinzione che mi sento di fare è quella tra tecniche di meditazione attive Vs tecniche di meditazione passive. Cosa significa questo? Quando ci poniamo in uno stato meditativo vogliamo riuscire a concentrare la nostra mente sull’oggetto della meditazione. Per fare questo abbiamo due strade:

  1. Portare la nostra mente su un piano di ricezione ossia rendere la mente un’attenta osservatrice. Mi spiego meglio. Avete mai fatto da bambini il gioco di chi vede prima una macchina rossa? O di qualsiasi altro colore:) Ecco in quel contesto noi ci ponevamo da osservatori attenti dell’ambiente intorno a noi per notare con curiosità le macchine che passavano vicino alla nostra. Ora immaginate la nostra mente come noi da bambini, e i pensieri (o altri “oggetti” come vedremo più avanti) come le macchine che ci passano davanti. In questa categoria di meditazioni, che chiameremo passive, la mente è attenta ma si limita a osservare e prendere nota.
  2. La seconda categoria è quella delle pratiche attive. In queste meditazioni la nostra mente è un vero e proprio attore (inteso come colui che agisce), uno strumento a nostra disposizione che ci aiuta a raggiungere stati profondi. Attraverso azioni che facciamo compiere alla nostra mente, le sue vibrazioni (Vritti in sanscrito) piano piano rallentano, si dilazionano e rendono possibile l’accesso al livello subconscio in cui entriamo nelle fasi avanzate di meditazione.

Ora che abbiamo chiarito l’intento di ogni categoria possiamo andare a suddividere le varie tecniche all’interno di questi contenitori.

Meditazioni Passive

Anapana Sati

Letteralmente “consapevolezza (Sati) del respiro (Anapana)” questa tecnica è la più conosciuta quando si parla di meditazione. In Anapana Sati vogliamo invitare la nostra mente a concentrarci sul respiro, senza intervenire nell’atto della respirazione, ma limitandoci a osservare l’aria che entra ed esce dal corpo. È senz’altro una tecnica che definirei base e che io insegno ai miei allievi principianti per iniziare a prendere confidenza con la capacità di sentire il respiro e di coltivare consapevolezza e attenzione. Il fatto che sia una tecnica di base non significa che sia semplice, rimanere infatti perfettamente in ascolto e consapevoli del nostro respiro è tutt’altro che facile ma con la pratica possiamo imparare a usare questo strumento ogni volta che sentiamo di doverci centrare e ritornare al momento presente.

Vipassana

Vipassana significa in lingua Pali “chiara visione profonda” ed è una delle tecniche più antiche al mondo. Le sue origini hanno radici nella tradizione Buddhista theravada ed è stata praticata dal Buddha 2500 anni fa come rimedio universale per qualunque tipo di sofferenza.

Nella meditazione Vipassana l’oggetto della contemplazione sono le sensazioni corporee. L’intento qui è rimanere in contatto con le sensazioni che il nostro corpo produce coltivando un atteggiamento equanime. L’equanimità, ossia la capacità di rimanere sereni e imparziali, è la chiave di questa tecnica, Vogliamo infatti imparare a non giudicare, a non dare significato a quello che accade nel corpo così da portare questo atteggiamento anche nella nostra vita. Attaccamento e avversione sono infatti la causa della sofferenza umana e con la Vipassana possiamo imparare a essere equanimi a prescindere dalle circostanze della nostra vita.

Zazen

La meditazione zen, nota anche come Zazen, è un’antica tradizione buddista che risale alla dinastia Tang nella Cina del VII secolo. Dalla Cina si è diffusa in Corea, Giappone e altre terre asiatiche dove continua tutt’oggi a essere ampiamente praticata. Il termine giapponese “Zen” è un derivato della parola cinese Ch’an, a sua volta traduzione del termine indiano Dhyana, che significa contemplazione.

Nella meditazione Zazen non abbiamo un oggetto su cui portare la nostra attenzione come nella Vipassana o in Anapanasati, ma l’intento è quello di sviluppare un’attenzione ampia e vigile rispetto a quello che accade nella nostra mente. Ci alleniamo a osservare i nostri pensieri come proiettati su uno schermo mentale su cui scorre tutto il contenuto della nostra mente. Praticando anche qui l’equanimità ci alleniamo a lasciar andare i pensieri come nuvole nel cielo senza cercare di opporsi a essi o di seguirli.

Meditazioni Attive

Tantrica o meditazione con mantra

Il Tantra, che significa ciò che libera dall’oscurità, è un insieme di antichi insegnamenti spirituali alla base di molte filosofie come Yoga, Buddhismo o Giainismo giusto per citarne alcuni.

All’origine della ricerca del Tantra c’è il superamento del dualismo riconosciuto come la causa della sofferenza umana. Secondo la visione non duale, il divino non è qualcosa a cui aspirare all’esterno di noi ma è parte stessa della nostra individualità: il percorso di ricerca si rivolge dunque all’interno, verso la realizzazione di questa unità.

La meditazione tantrica è una componente fondamentale del più ampio sistema del Tantra. Per produrre effetti all’interno della mente umana, la meditazione tantrica utilizza diversi strumenti come la ripetizione del mantra e le visualizzazioni. Ecco che in questa tecnica affidiamo un compito alla nostra mente la quale, impegnata nella ripetizione del mantra, piano piano inizia a vibrare alla frequenza del mantra stesso calmando le sue agitazioni. La tradizione vuole che il mantra personale sia rivelato da maestro a discepolo all’interno di un percorso iniziatico, ma esistono dei mantra “condivisi” che possono essere utilizzati per praticare la meditazione tantrica anche senza l’iniziazione.

La meditazione tantrica non è l’unica che utilizza il mantra, ci sono infatti altre tradizioni che ne fanno uso come ad esempio la Meditazione Trascendentale di Maharishi Mahesh Yogi.

Meditazione Taoista

Il taoismo è una filosofia che affonda le sue radici nel 500 a.C. . Il testo di riferimento del Taoismo è il Tao Te Ching scritto dal saggio Lao Tzu, ed è il secondo libro più tradotto della storia dopo la Bibbia. L’intento fondamentale del taoismo è quello di far capire alle persone che la vita umana è in realtà solo una piccola parte del più ampio processo di creazione dell’universo. Le uniche azioni umane, quindi, che hanno senso sono quelle in linea con il flusso della natura – Dao, e che portano ad una vita in equilibrio con essa. Ogni aspetto del nostro io umano (corpo-energia-mente-spirito) è correlato ed energeticamente connesso a una parte della Natura. Questo riflette l’idea comune del Taoismo che tutto è interconnesso e che tutto fa parte di un insieme più grande.

Le antiche tecniche di meditazione del Taoismo comprendono un’ampia gamma di pratiche, con l’obiettivo di risvegliare il flusso del Qi, o forza vitale, e armonizzare l’uomo con le leggi universali della natura.

Una delle tecniche per risvegliare il Qi è la Circolazione Celeste, una pratica di meditazione in cui invitiamo la nostra mente a concentrarsi sui centri energetici del corpo chiamati Dantien in cui si trova il nostro Qi allo stato potenziale. Una volta che il nostro Qi è stato attivato possiamo far scorrere il suo flusso lungo alcuni percorsi energetici nel nostro corpo. Come nella pratica con i mantra la mente è attiva e con il tempo diventa sempre più facile avere un controllo su essa.

Conclusione

Queste sono solo alcune delle tecniche che i grandi maestri spirituali hanno messo a nostra disposizione per aiutarci nel percorso della meditazione. Ricorda che questi sono solo strumenti che possiamo usare nel nostro percorso di auto conoscenza ma le risposte sono già dentro di noi, si tratta solo di allenare la nostra capacità di osservazione e discernimento.

Se hai domande, dubbi o curiosità puoi scrivermi tramite la sezione contatti del sito, sarò felice di risponderti.

Un abbraccio!

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